Un atto di resistenza

Una storia che attraversa generazioni, continenti e torna a casa.

"A volte servono chilometri di distanza per capire dove vale davvero la pena restare."

Roberto Canestrini, l'artigiano dietro la cantina Canestrini

01

Lontani dal caos cittadino

Tutto è iniziato quando, nel ’90, Adele acquista un pezzo di terra abbandonato a Castel Campagnano, stanca del caos cittadino di Caserta. Dopo anni di lavoro e ristrutturazione, nascono i primi oliveti con piante pluricentenarie: da lì, un olio extra-vergine di qualità straordinaria. Per gioco – e per orgoglio – sfida il marito Carmine: “Vediamo se riesci a fare qualcosa di altrettanto buono”.

02

Il giro del mondo, per poi tornare a casa

Lì vicino, con varietà autoctone come Pallagrello e Casavecchia, inizia un percorso che porta alla prima produzione “da casa”. È il 2006, e quel primo vino traccia una direzione.
Dieci anni dopo, il sogno prende forma. Roberto, oggi enologo di Canestrini, si iscrive all’università di enologia e si invaghisce perdutamente del mondo del vino. Insegue esperienze tra Mendoza, Sonoma e Napa Valley, la Nuova Zelanda e Valdobbiadene, per aprire mente e palato.
Poi, il Covid. Come una sospensione. Ma proprio lì, nel silenzio del lockdown, padre e figlio si chiudono in cantina e nasce la prima vera annata firmata Canestrini.

03

Il lieto fine

Oggi Canestrini è espressione autentica di un territorio che parla attraverso i suoi vini. Vini che lasciano il segno. E sì, caro Carmine, alla fine quella scommessa… l’hai vinta tu!

01

Lontani dal caos cittadino

Tutto è iniziato quando, nel ’90, Adele acquista un pezzo di terra abbandonato a Castel Campagnano, stanca del caos cittadino di Caserta. Dopo anni di lavoro e ristrutturazione, nascono i primi oliveti con piante pluricentenarie: da lì, un olio extra-vergine di qualità straordinaria. Per gioco – e per orgoglio – sfida il marito Carmine: “Vediamo se riesci a fare qualcosa di altrettanto buono”.

02

Il giro del mondo, per poi tornare a casa

Lì vicino, con varietà autoctone come Pallagrello e Casavecchia, inizia un percorso che porta alla prima produzione “da casa”. È il 2006, e quel primo vino traccia una direzione.
Dieci anni dopo, il sogno prende forma. Roberto, oggi enologo di Canestrini, si iscrive all’università di enologia e si invaghisce perdutamente del mondo del vino. Insegue esperienze tra Mendoza, Sonoma e Napa Valley, la Nuova Zelanda e Valdobbiadene, per aprire mente e palato.
Poi, il Covid. Come una sospensione. Ma proprio lì, nel silenzio del lockdown, padre e figlio si chiudono in cantina e nasce la prima vera annata firmata Canestrini.

03

Il lieto fine

Oggi Canestrini è espressione autentica di un territorio che parla attraverso i suoi vini. Vini che lasciano il segno. E sì, caro Carmine, alla fine quella scommessa… l’hai vinta tu!